Estate in città 

Tanti partono, ma tanti restano. E stavolta è diverso. Se non altro per il guardaroba che regala nuove libertà . Soprattutto agli uomini che fino a ieri se non vestivano in modo formale, anche con 40 gradi all’ombra, erano bollati come cafoni. Anticipando il trend della prossima estate – secondo le passerelle milanesi – ecco sdoganati i bermuda in versione metropolitana e tanti altri capi che «facevano Portofino sui Navigli». Con la fine degli stereotipi impettiti trionfa lo stile rilassato e disponibile.

E lui, senza distinzioni d’età , riscrive il classico con guizzi d’ironia. Se persino il signor Armani mette i bermuda in via Montenapo («Mi scambiano per l’idraulico, ma pazienza») , vuol dire che davvero si può osare una formula più décontracté anche sull’asfalto. Re Giorgio avvisa che la cravatta non è obbligatoria 24 ore su 24. Quando c’è è sottile, magari stropicciata e allentata. Come quella proposta da Donatella Versace per un uomo gentile, un po’ arruffatello, fan di abiti chiari tono su tono. Classico scanzonato significa che giacca e camicia si fondono in un unico capo leggerissimo come da Bottega Veneta. E sotto il gessato ecco spuntare le sneaker chic, tipo quelle Sabelt for Aston Martin. Il bisogno di liberarsi dai vecchi codici sfocia nella fuga in piscina con le bluse caftano di Carlo Pignatelli. Mentre Gucci rilancia il globetrotter anni Sessanta. Il nuovo lusso secondo Valentino è fatto di alto e basso, viaggi low cost, canotte, bandana e borsoni di coccodrillo. Resta da capire chi può permettersi i bermuda in ufficio. «Dipende dal tipo di lavoro che si fa. I creativi possono anche andare in mutande», scherza Armani, «gli altri no». L’importante, insomma, è non perdere mai il senso del ridicolo, anche quando la moda diventa permissiva.

 

fonte: lastampa.it – Antonella Amapane – 28/07/06