Pornology – non solo Shortbus

Il pornologo Michele Capozzi: “Ecco ‘Pornology NY’, che nostalgia gli anni ’80..”

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Si dice “Shortbus” e tira aria di censura. Mentre nelle sale esce il film cult in cui il sesso sul set di fa sul serio, alcuni esercenti italiani si rifiutano di proiettarlo e temporeggiano sull’uscita nelle sale. Qualcosa di simile, o di molto peggio, aspetta Michele Capozzi, teorico della pornologia e regista di “Pornology New York”, il lungometraggio che serpeggia nei circuiti underground americani. Capozzi ha fatto della pornologia la sua professione. Genovese, laureato in legge e scienze sociali a cui si è aggiunta la qualifica in “saggezza di strada”, ha vissuto la New York trasgressiva degli anni ’80, oltre all’Isola di Wight ai tempi di Hendrix e la Swinging London.

Come nasce il documentario “Pornology New York”?
“Mi sono trasferito a New York nel 1978. In quel periodo mi sono inventato due attività  professionali, quella di esploratore urbano e di pornologo per esaminare l’underground di una città  e i suoi rapporti con la sessualità , il sesso, il business, la politica. Sono arrivato ai tempi dello studio 54, di Basquiat, Haring e Andy Warhol. Un epoca finita con l’avvento dell’Aids, dello yuppismo e del digitale. Nel 2001 avevo intuito che una serie di locali storici avrebbero chiuso e ho deciso di filmare i club Hellfire, Fuckfactory a cui si è aggiunto il Den of Inquity. Locali fetish e non solo, in cui succedeva di tutto”.

Il documentario ritrae con malinconia gli anni ’70 e ’80.
“Sì, c’è molta nostalgia. Volevo preservare la memoria di un periodo attraverso le immagini, i locali storici della vita underground newyorkese. Hellfire e Fuckfactory, infatti, hanno chiuso nel 2002”.

Anche tu hai un ruolo nel film?
“Sì, recito mentre vengo frustato. Sembra buffo, ma mancava l’attore e ho recitato la sua parte. Io mi spoglio e mi masturbo davanti alla macchina da presa. Il pornologo deve vivere le esperienza di persona per poterle raccontare. E’ un insider”.

In Italia ci sono già  polemiche per l’uscitadi “Shortbus”, figuriamoci cosa sarà  per “Pornology”.
“La sessualità  è talmente sacra e coinvolgente da creare ancora imbarazzo. Il rifiuto di alcuni esercenti per la proiezione di Shortbus ne è la prova. Tecnicamente i contenuti porno dei due film sono simili, a parte un paio di scene più hard in Pornology. In ‘Shortbus’ il sesso è vero, non mi stupisce il desiderio di censura. Anche per ‘Ultimo tango a Parigi’ c’erano stati problemi”.

E’ già  stato distribuito in Usa?
“No, stiamo trattando. Oltre alla director’s cut che prevede scene di sesso esplicito, lo stiamo adattando per una versione soft televisiva. Poi uscirà  anche il dvd con materiale extra che diventerà  oggetto di studio, culto e memoria”.

Hai già  fatto delle proiezioni in Italia?
“Milano e Roma saranno le prossime tappe. A Genova era stato presentato al Teatro Hop altrove e alla scuola di cinema Lobowski. Su settanta persone più della metà  è uscita prima della fine, tutti giovani. Erano rimasti colpiti”.

Ti è piaciuto “Shortbus”?
“E’ una gradevole e coraggiosa una favola sul sesso. ‘Pornology’ è più politico e reale, è un documentario. Ad esempio affermo che Giuliani e altre forze conservatrici hanno distrutto l’underground che ha ucciso NY”.

In attesa di “Pornology”, hai in programma qualche visita in Italia?
“Il 16 dicembre sarò a Roma per la presentazione di ‘De masturbazione’, edito da Malatempora, alla Mondo Bizzarro Gallery. Una raccolta di aforismi con foto e illustrazioni fra 800 e 900. Un libro sulla masturbazione con citazioni colte. Una fra tutte, ‘invece di cocaina meglio morire di seghe’ di Cesare Pavese. E se lo dice lui!”

fonte: libero.it – Eleonora Bianchini